giovedì 22 settembre 2011

VIVERE CON 100 COSE? È POSSIBILE!

Vivere con solo 100 cose. Se, nelle zone più povere del mondo potrebbe sembrare un miraggio, nel nostro occidente super capitalistico sembra una missione, un'impresa, quasi una provocazione.
Ad avere l'idea, e a metterla in pratica, è stato Dave Bruno, un imprenditore americano. Lo annunciò l'anno scorso, e ormai siamo a quasi un anno di distanza dall'inizio di quella scommessa.
Intanto Bruno è diventato famoso in tutto il mondo: tutti i più importanti giornali del globo gli hanno dedicato pagine intere, interviste, commenti. Sembra, insomma, che il 37enne californiano abbia trovato la formula giusta per far parlare di sé, e forse anche per far riflettere più di qualcuno sull'enormità di cose superflue di cui ogni giorno ci circondiamo.
Dopo aver deciso questa che è la classica “scelta di vita”, Dave ha deciso di condividerla su Internet, aprendo un blog in cui confrontarsi con chiunque volesse partecipare. A questo “gioco” Bruno ha dato anche un nome: “100 Things Challenge”. E proprio dal blog è nato quello che è diventato un piccolo movimento di consumatori penitenti, o almeno più consapevoli.
Guardando la casa dove vivo con mia moglie e le nostre figlie – ha raccontato Bruno – mi sono reso conto che gli oggetti ci stavano letteralmente sommergendo. Ho deciso così di dare il mio personale contributo alla lotta al consumismo”.
Ha scelto una lista di 100 cose indispensabili secondo lui, e ha venduto o regalato tutto il resto. Un gioco difficile, per chi è abituato a comprare ed utilizzare centinaia di oggetti al giorno.
La personale sfida di questo Robinson Crusoe delle mura domestiche ha contagiato migliaia di persone in tutto il mondo, e qualche parere critico.
Per stilare l'elenco perfetto, Bruno ha seguito sei regole fondamentali. “Per oggetti personali si intendono cose di mia proprietà, escluso quindi tutto ciò che è condiviso con la mia famiglia come il letto e gli utensili da cucina – spiega a chi glielo chiede – in secondo luogo chiuderò tutte le cose di valore affettivo nel garage per rivederle solo dopo un anno. Come terza regola conto i libri come categoria che può essere quindi riempita a piacere, anche se spero di ridurre a cento quelli in mio possesso. Stessa regola anche per indumenti intimi e calzini”. Poi aggiunge: “Terrò nella lista i miei attrezzi da falegname anche se non li conterò fra i cento oggetti e farò lo stesso anche con la mia collezione di trenini che prometto di vendere su eBay quanto prima”.
Cento oggetti posson bastare, dunque. D'accordo, ma quali? Tra le cose che l'imprenditore californiano ha deciso di tenere ci sono lo spazzolino, la lametta da barba, la fede nuziale, la Bibbia, un taccuino, un computer, una penna, una stampante, un orologio, un paio di macchine fotografiche, una vecchia automobile Mazda 929 di 16 anni. Aggiungete una ventina di camicie, t-shirt, bermuda, jeans e berretti ed ecco che il gioco è fatto. Rimane davvero poco per lo svago: Bruno ha scelto una tavola da surf, l'attrezzatura per il campeggio, e le scarpette per arrampicarsi.
Sembra poco, ma in fondo è anche troppo se si pensa che Einstein, ad esempio, sosteneva di poter vivere relativamente con poco: un violino, una penna, un orologio solare e una giacca di pelle. E che i buddhisti, per liberarsi dalla legge del possesso, consentono solo otto cose, tra le quali l'abito, una scodella per la questua, il rasoio, ago e filo per cucire, il rosario e lo zaino.

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