lunedì 26 settembre 2011

SHWEEB, L'IDEA CHE CAMBIERA' IL MONDO

Un concorso lanciato da Google prometteva di finanziare le migliori cinque idee che avrebbero cambiato il mondo. Tra le vincitrici, ce n'è una che ci farà lasciare a casa la macchina per pedalare nei cieli.

Pedalare “appesi” a una monorotaia sopra la città, e in questo modo recarsi tranquillamente a lavoro, o a fare la spesa. Detta così, sembrerebbe un’idea un po’ strampalata, fin troppo futuristica. Un’idea forse più adatta a un parco giochi che a una metropoli.
A credere in questo progetto, però, è stato addirittura il colosso “Google”, finanziando l’idea con più di un milione di dollari. Vale la pena, dunque, approfondire il tema, considerando il fatto che l’azienda di Mountain View ha cambiato il modo di vivere di milioni di persone in tutto il mondo.
Il progetto della “monorotaia a pedali” si chiama Shweeb, ed è tra i 5 vincitori dell’iniziativa di Google Progetto 10^100, un concorso di idee con l’obiettivo di “cambiare il mondo”. Sono stati stanziati ben dieci milioni di dollari da destinare allo sviluppo di cinque idee. La selezione è durata un anno, e ha interessato oltre 150mila proposte provenienti da tutto il mondo.
Un’idea che dovrebbe rivoluzionare il trasporto urbano, sfruttando solo la forza muscolare umana, pedalando dentro capsule trasparenti appese a una rotaia. Gli ideatori giurano di aver già pensato (e trovato una soluzione) a tutti gli eventuali problemi. Ad esempio, se un ciclista va più veloce di quello che lo precede, non c’è rischio di tamponamento. Semplicemente le due capsule si mettono a lavorare in tandem ed entrambi andranno più veloci, come una macchina con due motori. La velocità massima del sistema è tarata a 25 km/h. In realtà potrebbe andare molto più veloce, ma sarebbe difficile gestire gli urti, i cambi di corsia e le soste alle stazioni. Avreste qualche problema a salire su una capsula usata prima di voi da chissà chi? Nessun timore, le capsule verranno igienizzate prima di essere date all’utilizzatore seguente. Da ogni stazione di 10 capsule è stato calcolato che potranno partire fino a 1200 passeggeri ogni ora.
Le stazioni saranno posizionate vicino ai centri di traffico o di interscambio. In ognuna di esse c’è posto per due adulti (per intenderci, grosso modo lo spazio dell’abitacolo di una Smart): più che sufficiente, calcolando che la maggior parte delle automobili che intasano le nostre strade sono occupate dal solo guidatore.
Se, però, volete viaggiare in compagnia, basta salire insieme nelle capsule e formare un “trenino”: attivando gli interfoni potrete tranquillamente chiacchierare da una capsula all’altra.
Nei punti in cui il percorso è in salita entrerà in azione una specie di nastro trasportatore alimentato a pannelli solari che aiuterà i viaggiatori che non ce la farebbero con le proprie forze. Tenendo presente, comunque, che il passeggero/ciclista, essendo in posizione orizzontale, avrebbe una maggiore e più comoda spinta sui pedali rispetto alle classiche biciclette.
Infine, cosa di non poco conto, non dovendo in alcun modo fare attenzione a semafori, strisce pedonali e autovelox, i viaggiatori potranno tranquillamente mandare sms, aggiornare il proprio profilo di facebook o leggere un quotidiano pedalando.
Il progetto c’è, un primo finanziamento pure: ora si cerca una città disposta a sperimentare.

Riccardo Staroccia

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