lunedì 10 ottobre 2011

LA STORIA DEL QUOZIENTE INTELLETTIVO

Fin dalgli inizi del secolo si è cercato di valutare l'intelligenza umana dandole un valore numerico: ecco la storia del quoziente intellettivo

Si scrive Q.I., si legge "Quoziente Intellettivo". È un punteggio che ha lo scopo di misurare l'intelligenza di una persona, tramite l'esecuzione di uno dei molti test sviluppati negli anni.
Il primo a pubblicare uno di questi test fu lo psicologo francese Alfred Binet, che nel 1905 propose il "Binet-Simon intelligence Scale", con lo scopo di identificare gli studenti che necessitavano di sostegno nel percorso scolastico. 
I test che nacquero in quegli anni erano tutti rivolti ad una popolazione di bambini, e si trattava in sintesi di strumenti utili per ottimizzarne l'educazione.
Il primo test di intelligenza pensato esclusivamente per una popolazione adulta lo pubblicò nel 1939 David Wechsler. La sua "Wechsler Adult Intelligence Scale" (WAIS) è giunta oggi alla sua terza edizione, ed è il test più utilizzato al mondo. Esso è composto da diversi sottopunteggi, con lo scopo di analizzare le diverse sfaccettature dell'intelligenza umana: dalla capacità lessicale alla cultura generale, dalla memoria visiva alle capacità logiche, e molto altro ancora. Alla fine del test si sommano i punteggi ottenuti in ciascuna sezione, e il risultato darà il punteggio di Q.I. del soggetto.
Si è molto discusso nel corso degli anni riguardo all'ereditarietà dell'intelligenza, ma gli studi in tale senso non sembrano aver dato risultati di rilievo. Si sa, invece, che i fattori ambientali hanno una grande influenza sull'intelligenza di una persona.
Il contesto familiare, le condizioni socio-economiche, ma anche la nutrizione e l'ascolto di musica in età infantile possono incidere notevolmente sulle capacità cognitive. Capacità che possono essere inoltre continuamente sviluppate con l'allenamento, ad esempio risolvendo puzzle o giocando a giochi di strategia come gli scacchi.
La notorietà e la considerazione del Q.I. sono andati, negli anni, leggermente svanendo. Il progetto, pur molto affascinante, di sintetizzare con un numero una realtà complessa come l'intelligenza umana, non sembra rendere giustizia alla multiforme, complicata e dinamica realtà della nostra mente.
Più recentemente, lo psicologo americano Howard Gardner ha identificato sette tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in differenti parti del cervello: l'intelligenza logico-matematica, quella linguistica, quella spaziale, quella musicale, quella cinestetica o procedurale, quella interpersonale e quella intrapersonale. 
Ad ognuno, ora, il compito di stabilire quale sia la propria.

Riccardo Staroccia


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