giovedì 29 settembre 2011

TRAFFICO: ORA C'E' LO PSICOLOGO

Squadre di specialisti scendono "in strada" per aiutare gli automobilisti e applicare la psicologia a numerose macro-aree: dalla valutazione dei neo-patentati alla comunicazione delle brutte notizie.


Code, traffico, stress. Le file ai semafori tornano ad essere lunghe, le vie d'accesso alle grandi città intasate già dalle prime ore del mattino.
Finita l'estate, svanisce l'illusione di una città a misura d'uomo e milioni di automobili tornano a prendere il sopravvento sulle strade.
Quest'anno, però, potrebbe esserci un insolito e inaspettato soccorso: quello dello psicologo.
Per i non addetti ai lavori questa figura richiama la classica scena dello "strizzacervelli" che cura ascoltando le impressioni del paziente sdraiato su un lettino. Ma la psicologia fornisce spesso anche un valido aiuto alla vita quotidiana, mettendo a frutto le conoscenze della materia per risolvere le questioni della realtà pratica.
E poichè quello del traffico è senza dubbio uno dei più grandi problemi nella giornata-tipo dell'uomo medio, si è provato ad applicare questa scienza allo studio delle sue dinamiche.
Non è, comunque, una novità. In alcuni paesi europei come la Germania, la Svezia, e la Gran Bretagna, la psicologia offre già il suo contributo al sistema traffico, dove è soprattutto al servizio di enti locali e forze di polizia per la formazione del personale e l'assistenza nello sviluppo di nuove strumentazioni.
In Italia è stata recentemente inserita la psicologia del traffico come insegnamento facoltativo a Milano, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, unitamente ad una task force apposita. In questa unità si studia, ad esempio, il modo in cui allenare la concentrazione di fronte alle situazioni di pericolo che si possono creare sulla strada, utilizzando anche dei simulatori di guida molto simili ai videogames. 
Ci sono inoltre segnali di una possibile collaborazione con l'Unasca, l'unione nazionale delle scuole guida, secondo la quale una figura professionale specializzata come quella dello psicologo sarebbe di grande aiuto per valutare meglio gli esaminandi, ma anche per aggiornare gli ispettori.
Un'ulteriore, importantissima collaborazione, è quella con le forze di pubblica sicurezza, ad esempio nel migliorare l'accuratezza delle deposizioni dei testimoni di un incidente, che spesso sono inesatte e fortemente suggestionate dalle emozioni.
Insomma, sono molte le aree in cui la psicologia può offrire aiuto alla "viabilità": educazione stradale, messa a punto di strumenti per il rispetto delle leggi, collaborazione con le figure professionali che si occupano di traffico e sostegno psicologico ai parenti delle vittime di incidenti stradali.
Per quanto riguarda la definitiva sconfitta di code e traffico, c'è ancora da lavorare. Ma gli psicologi giurano che stanno lavorando anche su quello.

Riccardo Staroccia

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