venerdì 14 ottobre 2011

SCACCHI: LO SPORT DELLA MENTE

Otto righe per otto colonne, 64 caselle, 16 pezzi neri e 16 pezzi bianchi. Tutti per un unico scopo: difendere il proprio Re.


Raccontare la storia degli scacchi in poco spazio non è un’impresa facile.
Sembra che l’origine di questo gioco antichissimo e ancora oggi molto praticato, debba essere fatta risalire al VI secolo in India. Esisteva allora il chaturanga, un gioco dal quale si sono poi sviluppate le diverse varianti nelle regioni asiatiche e occidentali. In Europa gli scacchi arrivarono nel medioevo, attraverso la cultura araba nella quale era diffuso. Il suo nome deriva dal termine persiano “Shah”, che vuol dire “re”, dal nome della pezzo più importante del gioco. 
Lo scopo degli scacchi consiste nel dare “scacco matto” all’avversario (dal persiano “Shah Màt”, che significa “il re è morto”), ovvero mettere il re dell’avversario in una condizione di minaccia dalla quale non ha la possibilità di sottrarsi.
Esiste però anche una versione più romantica, che narra la nascita del gioco attraverso una leggenda. 
Questa racconta la tristezza di un re che vinse una battaglia per difendere il suo regno, pagando però questa vittoria con la morte di suo figlio. Il re non si dava pace, e ogni giorno rivedeva lo schema della battaglia, cercando invano una soluzione che non avrebbe sacrificato la vita di suo figlio. Nessuno riusciva a consolarlo; un giorno giunse al suo palazzo un brahmino che si chiamava Lahur Sessa, che per rallegrare il re gli insegnò un gioco che aveva inventato: si trattava proprio del gioco degli scacchi. Da quel giorno il re capì che non era possibile vincere una battaglia senza sacrificare un pezzo, e finalmente ritrovò la serenità.
Ma la storia non finisce qui. Quando infatti il re chiese al monaco cosa volesse per ricompensa, egli rispose che si sarebbe accontentato di un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via. Il re rimase stupito di questa umile richiesta, credendo che sarebbero bastati solo pochi chicchi di grano. Ma il giorno dopo i matematici del re, fatti i dovuti calcoli, diedero il loro responso: per accontentare il monaco non sarebbero bastati i raccolti di tutto il regno per ottocento anni.
In Europa il gioco degli scacchi ebbe da subito molto successo, soprattutto nella cultura cavalleresca, mentre fu messo al bando dalla Chiesa, che lo riteneva “disonesto e libidinoso”.
L’Italia ebbe una parte importante anche nella storia degli scacchi: sembra infatti che proprio nel nostro Paese vennero fissate definitivamente le regole moderne del gioco.
La Fide (Federazione internazionale degli scacchi) ha calcolato che oggi nel mondo i giocatori di scacchi sono oltre un miliardo, abbastanza equamente suddivisi tra mondo occidentale e Cina.
Il gioco ebbe nel Novecento un’enorme diffusione soprattutto nei paesi dell’Europa dell’Est ed in Unione sovietica. Non a caso il titolo di “Grande Maestro”, la massima riconoscenza a livello internazionale, fu creato dallo Zar Nicola II di Russia, che nel 1914 assegnò a cinque giocatori dopo un torneo da lui fondato a San Pietroburgo.
Nonostante il passare dei secoli e l’invenzione di nuovi giochi fino a pochi anni fa del tutto inimmaginabili, il fascino degli scacchi rimane intatto nel tempo.
La simulazione di una battaglia che si svolge su 64 caselle bianco-nere esercita ancora un appeal tutto particolare. Perché gli scacchi sono un gioco di abilità pura, profondo e complesso come pochi. 
Un gioco in cui vince il più bravo, il più resistente, il più competitivo, e la fortuna non ha spazio. 
E forse il bello sta proprio lì.

Riccardo Staroccia

Quando l'uomo sfidò il computer

Dalla seconda metà degli anni Novanta, i programmi per giocare a scacchi hanno man mano aumentato la loro abilità, arrivando a sfidare anche un Gran Maestro. 
Il primo a essere sfidato fu Kasparov, campione del mondo di nazionalità russa, che nel 1996 giocò in sei partite contro il computer Deep Blue della IBM. Il computer vinse la prima partita, con grande stupore di tutto il mondo, ma Kasparov si aggiudicò la sfida con 3 vittorie e 2 patte.
Dopo di questa altre partite furono giocate, delineando una sostanziale parità tra l’uomo e il computer, con un vantaggio della macchina per quanto riguarda la resistenza “nervosa” a lungo termine.




lunedì 10 ottobre 2011

GLI SPIONI DEL FRIGO


Siamo quello che mangiamo. È questo il sottotitolo (molto azzeccato) di un sito strano e curioso, che ha lanciato una vera e propria moda nel web. Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, il frigorifero è senza dubbio lo specchio della nostra vita, delle nostre abitudini alimentari ma anche di tutto il resto.
Perchè, a partire da certi scatti, non è davvero difficile tentare di risalire al tipo di famiglia che ruota attorno all’elettrodomestico immortalato, e addirittura alla personalità di chi quel frigo l’ha riempito.
Ecco allora apparire scaffali semivuoti per il single in carriera, vasetti di yogurt a non finire per la donna attenta alla forma, frutta e verdura in quantità per i vegetariani più convinti, abbondanza di ogni ben di Dio per le famiglie più numerose.
Aprire il proprio frigorifero, fotografarlo e pubblicarlo on line equivale a fare una sorta di “outing”, è l’ammissione delle proprie manie, dei propri gusti e, quindi, la messa in mostra della propria personalità. Ed è davvero curioso navigare tra le fotografie fatte nei luoghi più lontani, dal Canada al Chile, dal Marocco alla Nuova Zelanda. In fondo è l’ennesima occasione che ci offre la Rete per esplorare ancora più a fondo gli usi di popolazioni diverse, e approfondire la cultura di altri Paesi.
E c’è ancora un elemento in più: tra fotografie, appunti, disegni e calamite singolari, i frigoriferi ormai parlano di noi anche quando sono chiusi. Naturalmente c’è anche la sezione dedicata all’Italia. Da oggi avete l’opportunità di rendere il vostro frigo famoso in tutto il mondo. Sempre che lui sia d’accordo.

TUTTI GLI STADI DI LONDRA

Il calcio, si sa, è uno sport diffusissimo in Europa. Milano, Roma, Madrid.... ogni città ha una sua cultura calcistica più o meno sviluppata, ma comunque di alto livello.
Solo a Londra però, città dove lo sport più popolare del mondo è nato e cresciuto (in realtà ispirandosi al “calcio fiorentino” giocato in Italia), esistono così tante squadre professionistiche (noi ne abbiamo contate 13) e centinaia di squadre dilettantistiche, ognuna con il proprio seguito di tifosi orgogliosi. 
Solo nella Premier League, l’equivalente inglese della nostra serie A, sono 5 le squadre di Londra: Arsenal, Chelsea, Fulham, Queens Park Rangers e Tottenham. Praticamente in ogni zona della città esiste una squadra con un proprio stadio, uno di quegli stadi inglesi tanto agognati dai tifosi italiani, in cui gli spettatori godono la partita a pochissimi metri di distanza dal campo e il problema della violenza è stato brillan- temente risolto. 
D’altra parte il campionato inglese è il più antico del mondo, disputato per la prima volta nel 1888-89. Nonostante tracce di giochi molto simili a quello del calcio siano state già trovate relativamente a periodi molto precedenti, il moderno gioco del calcio fu definito proprio a Londra, nel 1863, quando furono stabilite e messe su carta le regole, e fu fondata la Football Association. 
Sembra che in quel periodo ci fu un generale distaccamento del popolo dalla Chiesa, ragion per cui gli inglesi cercavano un modo diverso per trascorrere il fine-settimana: lo trovarono nel calcio. E da allora, per un numero impressionante di londinesi, la domenica vuol dire solo football.

  1. Wembley Stadium - Squadra: Nazionale inglese - Capacità 90.000
  2. Stadio Highbury - Squadra: Arsenal FC - Capacità: 38.500
  3. Stadio The Valley - Squadra Charlton Atletic FC - Capacità: 27.100
  4. Stadio Stamford Bridge - Squadra: Chelsea - Capacità 42.500
  5. Stadio Craven Cottage - Squadra Fulham FC - Capacità 22.200
  6. Stadio White Hart Lane - Squadra Tottenham - Capacità 36.200
  7. Stadio The Den - Squadra Millwall FC - Capacità 20.100
  8. Stadio Boylen Ground - Squadra West Ham United FC - Capacità 35.600
  9. Stadio Loftus Road - Squadra Queens Park Rangers - Capacità 19.100
  10. Stadio Matchroom Stadium - Squadra Leyton Orient - Capacità 11.100
  11. Stadio Griffin Park - Squadra Brentford FC - Capacità 12.800
  12. Stadio Selhurst Park - Squadra Crystal Palace FC - Capacità 26.300
  13. Stadio Vicarage Road - Squadra Watford FC - Capacità 19.920 


MENSA, IL CLUB DEI GENI

Il mensa è una famosa associazione che accoglie soltanto persone che rientrano nel 2% della popolazione mondiale con il Q.I. più alto. 
Il nome “Mensa”, derivato dal latino, vuole riferirsi al concetto di tavola rotonda, in cui tutti i membri sono uguali tra loro, proprio come nella storia di Re Artù
Fu fondato a Oxford nel 1946, con l’unico scopo di unire persone definite “altamente intelligenti”. 
Per rientrare in tale cerchia bisogna ottenere un punteggio di almeno 133 nel test di Wechsler (il punteggio medio è 100). L’associazione raccoglie complessivamente oltre 100.000 persone, di cui poco più di mille in Italia. 
La più giovane iscritta si chiama Georgia Brown: al momento dell’iscrizione, aveva 2 anni e un quoziente intellettivo di 152. Il membro più anziano, invece, ha 103 anni.
Il celebre scrittore Isaac Asimov, nato in Russia nel 1920, è stato Vice-Presidente Onorario del Mensa Internazionale fino alla data della sua morte, nel 1992.

LA STORIA DEL QUOZIENTE INTELLETTIVO

Fin dalgli inizi del secolo si è cercato di valutare l'intelligenza umana dandole un valore numerico: ecco la storia del quoziente intellettivo

Si scrive Q.I., si legge "Quoziente Intellettivo". È un punteggio che ha lo scopo di misurare l'intelligenza di una persona, tramite l'esecuzione di uno dei molti test sviluppati negli anni.
Il primo a pubblicare uno di questi test fu lo psicologo francese Alfred Binet, che nel 1905 propose il "Binet-Simon intelligence Scale", con lo scopo di identificare gli studenti che necessitavano di sostegno nel percorso scolastico. 
I test che nacquero in quegli anni erano tutti rivolti ad una popolazione di bambini, e si trattava in sintesi di strumenti utili per ottimizzarne l'educazione.
Il primo test di intelligenza pensato esclusivamente per una popolazione adulta lo pubblicò nel 1939 David Wechsler. La sua "Wechsler Adult Intelligence Scale" (WAIS) è giunta oggi alla sua terza edizione, ed è il test più utilizzato al mondo. Esso è composto da diversi sottopunteggi, con lo scopo di analizzare le diverse sfaccettature dell'intelligenza umana: dalla capacità lessicale alla cultura generale, dalla memoria visiva alle capacità logiche, e molto altro ancora. Alla fine del test si sommano i punteggi ottenuti in ciascuna sezione, e il risultato darà il punteggio di Q.I. del soggetto.
Si è molto discusso nel corso degli anni riguardo all'ereditarietà dell'intelligenza, ma gli studi in tale senso non sembrano aver dato risultati di rilievo. Si sa, invece, che i fattori ambientali hanno una grande influenza sull'intelligenza di una persona.
Il contesto familiare, le condizioni socio-economiche, ma anche la nutrizione e l'ascolto di musica in età infantile possono incidere notevolmente sulle capacità cognitive. Capacità che possono essere inoltre continuamente sviluppate con l'allenamento, ad esempio risolvendo puzzle o giocando a giochi di strategia come gli scacchi.
La notorietà e la considerazione del Q.I. sono andati, negli anni, leggermente svanendo. Il progetto, pur molto affascinante, di sintetizzare con un numero una realtà complessa come l'intelligenza umana, non sembra rendere giustizia alla multiforme, complicata e dinamica realtà della nostra mente.
Più recentemente, lo psicologo americano Howard Gardner ha identificato sette tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in differenti parti del cervello: l'intelligenza logico-matematica, quella linguistica, quella spaziale, quella musicale, quella cinestetica o procedurale, quella interpersonale e quella intrapersonale. 
Ad ognuno, ora, il compito di stabilire quale sia la propria.

Riccardo Staroccia


Se ti interessa l'argomento, leggi anche l'articolo sul Mensa, il club dei geni. Clicca qui.

mercoledì 5 ottobre 2011

IPHONE 4s: ECCO TUTTE LE NOVITA'


Ieri finalmente dopo tantissimi giorni di attesa è stato svelato e presentato ufficialmente il nuovissimo iPhone 4s, con tanto di delusione dei fans che si aspettavano un iPhone tutto nuovo, un iPhone 5.
Vediamo in breve tutte le caratteristiche tecniche del nuovo iPhone 4S.
Innanzitutto vediamo che il nuovo iPhone 4s, come annunciato da Philip Schiller il vicepresidente del gruppo Apple, ha lo stesso design del suo predecessore, nulla è cambiato esteticamente, ma dentro “è tutto nuovo”.

Partiamo col dire che il nuovo iPhone 4S ha un processore Dual Core A5, lo stesso che ritroviamo nell’iPad 2, che gli conferisce una velocità estrema e lo rende molto reattivo.
La fotocamera del nuovo iPhone 4S ha 8 megapixel e i pixel sono progettati con una Full Well Capacity superiore, in grado di raccogliere più luce e che consente di avere foto più dettagliate e impeccabili.
Inoltre è possibile registrare video in HS a 1080p a 30 fps. L’evoluto sensore BSI e la maggiore apertura del diaframma catturano più luce, il miglior bilanciamento del bianco offre colori più fedeli e la riduzione del rumore nell’immagine aiuta a fare ottime riprese anche in ambienti poco illuminati.
Come il suo predecessore il nuovo iPhone 4S integra il display Retina, un display dall’elevata luminosità che non ritroviamo in nessun altro dispositivo.
L’iPhone 4S è il primo cellulare capace di alternare in modo intelligente due antenne in trasmissione e ricezione, migliorando la qualità delle chiamate. Inoltre raddoppia la velocità dei dati su HSDPA raggiungendo i 14,4 Mbps.Così connessioni, download, upload e refresh sono ancora più veloci. In più, iPhone 4S funziona in tutto il mondo. Ora sia gli utenti GSM sia quelli CDMA sono liberi di sfruttare le reti GSM di 200 Paesi in tutto il mondo.
Disponibile sul nuovo iPhone iCloud, il modo più semplice di gestire i propri contenuti, perché fa tutto da solo. Archiviare musica, foto, e-mail, app, contatti, calendari, documenti e molto di più è molto semplice in quanto grazie alla tecnologia push li invia in wireless a tutti i dispositivi autorizzati.
Disponibili anche AirPlay che consente di riprodurre in streaming le foto e la musica che si hanno sull’iPhone sul tuo televisore HD e sullo stereo senza cavi, serve solo un’Apple TV.5 Inoltre con AirPlay Mirroring, è possibile proiettare in diretta e in contemporanea il display del proprio iPhone.
Presente anche AirPrin per stampare in wi-fi e Facetime per le videochiamate.


Fonte:
http://www.cellularmagazine.it/blog/15245/presentato-il-nuovissimo-iphone-4s-nessun-iphone-5/

COUCHSURFING: UN DIVANO IN AFFITTO


"SALTARE DA UN DIVANO ALL’ALTRO": UN MODO PER VIAGGIARE LOW COST, MA ANCHE UN’INIZIATIVA PER PROMUOVERE L’INCONTRO DI PERSONE E CULTURE DIVERSE.

Couch Surfing è un programma che nasce nel 2003, ad opera di un ragazzo americano, Casey Fenton.
Funziona così: tu metti sul sito internet ufficiale del progetto la tua disponibilità ad ospitare viaggiatori di tutto il mondo. Sul divano, come dice il nome stesso, ma le possibilità sono molte. Qualcuno potrà anche avere un’intera stanza, ma non è fondamentale: i viaggiatori del couch surfing si accontentano anche di uno spazio in giardino in cui montare la tenda. In cambio non è richiesto denaro. L’ospite potrà sdebitarsi con qualche lavoretto domestico, oppure portando in dono i prodotti tipici del suo Paese di provenienza. Nulla però è dato per scontato, e non ci sono contratti.
Naturalmente è bene chiarire tra le parti la durata, la natura e i termini del soggiorno, per evitare spiacevoli incomprensioni. Sul sito è anche possibile visionare la scheda completa di ogni membro, sia ospitante che ospitato, in modo da scegliere persone che condividano interessi ed esigenze, affinchè il soggiorno sia il più possibile sereno.

Non è difficile immaginare come questo modo di viaggiare offra molte più opportunità di creare stretti rapporti di amicizia, o nel peggiore dei casi, comunque offra l’occasione di vivere così come fanno gli abitanti stessi del luogo. Una vacanza sostenibile, economica, interculturale. Con il vantaggio di avere una guida turistica dentro casa, e la possibilità finalmente di vivere il luogo di vacanza non più da spettatore, ma da attore protagonista. 

LA MANO SINISTRA: MANCINI TRA LEGGENDE E REALTA'



Nonostante le discriminazioni del passato, la percentuale di mancini nel mondo è sempre la stessa: merito di un cervello più veloce.

La mano del Diavolo”: così è stata considerata per secoli la mano sinistra. La mano “sbagliata” che già nel nome rivelava la sua vera natura. “Mancino” deriva infatti dal latino mancus, ed è sinonimo di mutilato e storpio. Non solo, ma ancora oggi “sinistro” è un aggettivo da significato di “sfavorevole”, “funesto”, “minaccioso”. Non solo la superstizione popolare, ma anche la scienza contribuì a creare questa convinzione: in un trattato di psichiatria del 1921 il mancinismo era addirittura annoverato tra le patologie rivelatrici di demenza.
Fino a pochi decenni fa l’uso della mano destra era addirittura imposto con la forza, e solo a partire dagli anni ’70 si è cominciato a considerare, in Occidente, l’uso della mano sinistra come una caratteristica individuale.
Nei paesi musulmani ancora oggi è però considerata impura (e riservata alla pulizia delle parti intime), mentre in Cina l’essere mancini non ha mai avuto alcuna connotazione negativa. Oggi si sa, inoltre, che cercare di correggere il mancinismo può creare molti danni al livello della strutturazione dell’attività motoria e dell’organizzazione psicologica complessiva.
Secondo i numerosi studi svolti nel corso degli anni, la proporzione di mancini nel mondo si aggira attorno al 10% (con una maggioranza di uomini), percentuale che rimane stabile addirittura dai tempi della preistoria.
Le cause del mancinismo sono oggi ancora oscure, anche se si è capito che tale caratteristica ha forti componenti genetiche, ed è capace di ripresentarsi anche in generazioni successive, saltandone qualcuna.
Se, come abbiamo visto, un tempo essere mancini comportava numerose problematiche, oggi esistono molti studi che affermano addirittura che i mancini sarebbero più creativi e maggiormente coordinati. Inoltre sono moltissimi, ed in tutti i campi, i personaggi famosi che “vantano” questa peculiarità. Queste teorie si basano sul fatto che mentre i destri utilizzano prevalentemente l’emisfero sinistro del cervello (sede del linguaggio e del pensiero logico-razionale), i mancini “preferiscono” l’emisfero destro, ovvero quello deputato all’elaborazione delle emozioni, della creatività, della percezione dello spazio e dell’immaginazione. Questo renderebbe più facile per i mancini pensare per immagini, invece che per concetti, e avere una visione della realtà più globale anziché scomporla in parti diverse.
Secondo un ulteriore studio, inoltre, chi usa la sinistra sarebbe anche più veloce nell’elaborare pensieri, grazie ad una migliore interconnessione tra i due emisferi.
Non tutti i mancini però sono uguali. Esistono delle differenze in base all’uso della mano, del piede e dell’occhio. Un cosiddetto mancino franco e omogeneo utilizzerà totalmente l’emisfero sinistro per muovere occhio, piede e mano. Un mancino disarmonico invece si servirà ad esempio della mano sinistra e del piede e dell’occhio destro. Senza dimenticare gli ambidestri, che utilizzano indistintamente entrambe le mani senza alcuna difficoltà, e che rappresentano solo il 4% della popolazione.

Riccardo Staroccia


LISTA DI PERSONAGGI FAMOSI MANCINI:

  • D. Armando Maradona 
  • Leonardo da Vinci
  • Albert Einstein
  • Jimi Hendrix
  • W. Amadeus Mozart
  • Kurt Cobain
  • Ludwig Van Beethoven
  • Ringo Starr
  • Freddie Mercury
  • Napoleone
  • Picasso
  • Valentino Rossi
  • Bill Gates



I BENEFICI DELL'UVA

I benefici dell'uva, dalle usanze delle antiche Civiltà alle recenti applicazioni in campo cosmetico.


L’autunno è la stagione dell’uva. Sagre di paese e feste in tutta Italia celebrano quello che è da sempre uno dei frutti più apprezzati dall’uomo. L’uva dà il vino, e questo è senza dubbi il motivo principale di tanto amore. Nella storia, questa bevanda unica, ha ricoperto un ruolo di primo piano, soprattutto nella cultura occidentale. Un ruolo che spesso ha sconfinato nel divino, se si pensa che la civiltà Greca gli ha dedicato uno degli dei dell’Olimpo, Dioniso, e che nella cultura cristiana il vino si trasforma addirittura nel sangue di Cristo, durante l’eucarestia.
Ma le civiltà del passato, come quella degli arabi, dei romani o dei greci, conoscevano anche i grandi benefici dell’uva stessa, tanto da farne l’unico alimento della giornata in determinati periodi dell’anno.
Si chiama ampeloterapia (dal greco “ampelos”, vite) ed è appunto, una cura disintossicante durante la quale si mangia esclusivamente (o quasi) uva. Si può fare sia con quella bianca che con quella nera, e prevede un’assunzione in quantità gradualmente sempre maggiori, fino a circa 3 kg al giorno. Questa cura avrebbe la capacità di “ripulire” per intero l’organismo e può essere un valido aiuto per affrontare con energia il passaggio, spesso traumatico, tra l’estate e l’autunno-inverno.
L’uva, infatti, ha effetti rimineralizzanti e disintossicanti. Qualcuno la accomuna addirittura al latte, nel senso che fa bene a tutti, bambini, adulti e anziani. Andrebbero mangiati anche i semi (chiamati vinaccioli), in quanto ricchi di polifenoli, ovvero sostanze naturali con una potente azione anti-invecchiamento ed anti-radicali liberi.
E tali effetti positivi per l’organismo non si limitano soltanto all’assunzione interna, ma si prestano molto bene anche all’applicazione “per uso esterno”. Da qualche tempo sono sempre più diffusi i prodotti cosmetici a base d’estratti di vite e di uva, ottimi soprattutto per la pelle e per i capelli. E c’è addirittura chi, in esclusive terme apposite, offre la possibilità di immergersi in vasche piene di vino, oltre ad effettuare trattamenti idratanti ed elasticizzanti, massaggi, impacchi, maschere e peeling per il viso e per il corpo con acini freschi d’uva.
L’Italia è da sempre la terra del vino e dell’uva, e lo è ancora, almeno secondo l’USDA, il dipartimento americano dell’agricoltura. Secondo un rapporto pubblicato recentemente all’interno dell’Unione Europea, l’Italia è il produttore principale di uva da tavola, con il 70% per cento della produzione totale europea. In particolare, le due regioni dove viene prodotta la maggior parte dell’uva da tavola sono Puglia e Sicilia, due regioni che già secoli fa erano parte dell’Enotria, la terra del vino.


Riccardo Staroccia



lunedì 3 ottobre 2011

iPHONE LOW COST A 140 EURO? FORSE SI'

Un iPhone 5 radicalmente nuovo o solo un iPhone “rivisto e corretto”, quello che sarà presentato domani? Lo scopriremo nell'arco di 24 ore.
Intanto, però, si è fatta strada un'altra voce, suggestiva e sicuramente interessante per molti.
Si parla, nello specifico, di un'iPhone 4s, che sarà però “low cost” con spazio dati ridotto a 8 GB, prodotto in Brasile. Avrà l’obiettivo dei Paesi emergenti in primis, non è dato sapere se arriverà anche su mercati “maturi” come quello italiano. Se succedesse, e il prezzo fosse davvero ridotto rispetto alle cifre a cui i Melafonini ci hanno abituati (si parla di circa 140 euro, un prezzo davvero innovativo per i prodotti Apple), Apple potrebbe davvero volare nel market share degli smartphone, in cui già svetta per valore ma che andrebbe probabilmente a dominare anche per volumi. E arginare la crescita di Android, fortissimo soprattutto nella fascia media e medio-bassa. A questo punto, ovviamente, ci sarà anche un iPhone 5 con caratteristiche tecniche da top di gamma. 
Adesso, però, è finito il tempo delle indiscrezioni. Tra poco si saprà tutto.

GINSENG, GUARANA', PAPPA REALE: PER RIPARTIRE NATURALMENTE

Per ritrovare energia e voglia di fare in vista di una nuova stagione lavorativa, un aiuto può arrivare direttamente dalla natura.


Terminate le vacanze, finite le ferie. Si torna al lavoro, a scuola, insomma al solito “tram-tram” quotidiano. Ripartire è sempre molto faticoso, dopo essersi abituati ai ritmi più rilassati dell’estate, alle tranquille giornate di relax. Sembra di essere senza forze, senza energie, senza voglia di fare, e incapaci di concentrarsi. In certi casi, però, un rimedio c’è, ed è completamente naturale.
Esistono infatti delle sostanze che riescono a dare la carica e donare un netto miglioramento delle prestazioni psicofisiche: parliamo di Ginseng, Guaranà e Pappa Reale.

IL GINSENG

Quello che è comunemente chiamato Ginseng (dal suo nome cinese, che significa “Pianta dell’Uomo”), in realtà si chiama Panax, un nome che deriva dal greco e che significa “Rimedio contro tutti i mali”. Già il nome, dunque, rende l’idea dell’importanza di questa specie di piante a radici carnose, usata dall’uomo già in tempi antichissimi che cresce soprattutto in Asia orientale e in Nord America, nei climi più freddi.
Secondo molti esperti il ginseng riduce lo stress, migliora l’adattamento alla vita quotidiana, potenzia il rendimento fisico e mentale e rafforza le difese immunitarie, abbassando il rischio di contrarre molte malattie. Non solo, perché studi più recenti sembrano aver dimostrato il buon lavoro che il ginseng compie nel contrastare l’invecchiamento, la debolezza sessuale, le malattie del cuore, della pelle e del fegato.

IL GUARANA'

Il Guaranà è una pianta rampicante, nativa della foresta amazzonica. È sempre stata una pianta sacra per molte tribù indios, e considerato un vero e proprio elisir di lunga vita. Era utilizzato soprattutto per i suoi effetti tonico-stimolanti e veniva impiegato perciò per migliorare le prestazioni fisiche durante le battute di caccia. Molte tribù, tuttavia, lo utilizzavano anche per altre applicazioni, ad esempio contro i dolori mestruali.
Inoltre si pensava che questa pianta “magica” riuscisse a donare anche la capacità di vedere e com- prendere meglio il mondo circostante, credenza probabilmente scaturita dalla forma della pianta, che sembra essere formata da tanti piccoli occhi. La leggenda vuole che il guaranà nasca, infatti, dagli “occhi degli dèi”.
Ancora oggi in Sudamerica il guaranà è molto utilizzato, soprattutto nella preparazione di una bibita leggermente frizzante, dolciastra e dall’effetto stimolante, la cosiddetta “soda guaranà”. In particolare il guaranà eccita i centri nervosi e rende più intensa l’attività del cervello, ma anche la funzione circolatoria. Inoltre sembra avere molti benefici contro la stitichezza, e riesce anche a ridurre gli stimoli della fame, risultando molto utile nelle cure dimagranti. Viene spesso usato anche nei prodotti per la cura del corpo, ad esempio in quelli contro la cellulite, i capelli grassi e la perdita di capelli. Infine combatte l’arteriosclerosi, cosa che ne fa effettivamente un elisir di lunga vita.

LA PAPPA REALE 

La Pappa reale si presenta come una pasta semifluida di colore bianco giallognolo. Essa è una secrezione delle giovani api operaie, in particolare quella con la quale le api nutrono le nuove regine. È un alimento dalle incredibili capacità nutritive, un complesso vitaminico favoloso, riservato alle api più importanti e che può dare ottimi benefici anche all’uomo, in special modo a bambini e anziani.
L’assunzione di Pappa reale provoca una piacevole sensazione di vigore, fa scomparire il senso di stanchezza, risveglia l’appetito, esercita un’azione benefica sulla crescita dei più piccoli, migliora l’aspetto della pelle, aumenta il tono generale dell’organismo, riduce la forfora e la perdita di capelli, combatte il diabete e il colesterolo. Insomma, un vero toccasana che regala, oltre al benessere fisico, anche l’ottimismo e la gioia di vivere che si erano perduti.

Riccardo Staroccia